La nostra storia
Il Bisonte è stato fondato da Maria Luigia Guaita e pochi amici nel 1959 a Firenze, qui potete trovare una breve descrizione della sua storia.
Era il 1959 quando Maria Luigia Guaita insieme a Rodolfo Margheri ed ad altri intellettuali fiorentini fondò la stamperia Il Bisonte.
MLG aveva conosciuto al grafica d’arte durante un lungo soggiorno in Scozia dove aveva incontrato la pittrice Anna Redpath e scoperto la litografia.
Al suo ritorno, coadiuvata da un gruppo di intellettuali, alcuni dei quali provenienti dal gruppo partigiano Giustizia e Libertà, aprì la stamperia, non da poco fu anche scoprire che l’Istituto Geografico Militare, con sede a Firenze, aveva in disuso tutta l’attrezzatura di cui avevano bisogno, e in più anche le maestranze… di altissimo livello tecnico.
Il nome Il Bisonte deve la sua origine alle caverne di Altamira, dove si trovano pittogrammi preistorici di scene di caccia, quelli non sono altro che i primi segni dell’uomo sulla pietra, la litografia ne è una lontana discendente.
I primi ad essere stampati da Il Bisonte furono gli “informali”, Scanavino, Carmassi e Pomodoro; scelta che si rivelò troppo coraggiosa, e il pubblico, che ancora doveva conoscere questa nuova tecnica e questi giovani artisti, accolse tiepidamente questa scelta.
In aiuto accorse il legame di amicizia che legava MLG con Enrico Vallecchi, patrono della casa editrice Vallecchi, che le presentò Ardengo Soffici, con quest’ultimo nacque una lunga e fervida amicizia che portò ad avvicinarsi a Il Bisonte altri personaggi di grandissima fama: Severini, Magnelli e Carrà.
Paghi dei primi successi i nostri eroi decisero di cercare una sede più ampia per i laboratori e si spostarono da via Ricasoli, dove si trovava la prima angusta sede, verso Via San Niccolò, nel quartiere omonimo tra la collina di San Miniato e il placido fiume Arno . Quartiere popolare e sanguigno, custode di un sentimento di fiorentinità che negli anni non ha smarrito, zona poi particolarmente “bassa”, cosa non di poco conto se si tiene d’occhio il calendario, era il 1965.
Nel 1966 il placido fiume fiorentino, in preda alla furia, sotto gli occhi di mezzo mondo, travolse gli argini e riversò nelle strade di Firenze le sue torbide acque. Il Bisonte fu, in pratica, spazzato via.
Trovare la stamperia devastata dall’alluvione, in mezzo a una città devastata dall’alluvione non scompose particolarmente MLG e i suoi compagni di avventura, grazie alle amicizie costruite negli anni fu segnalata ad Henry Moore la sfortunata situazione di un luogo così prestigioso, l’artista inglese si fece avanti inaugurando una duratura amicizia, culminata nella mostra al Forte di Belvedere, e aprendo le porte alla stagione internazionale della stamperia il Bisonte. Artisti come Chadwick, Calder Sutherland, Lipchits, Xavinsky, Wunderlich, Matta e Tamayo cominciarono a frequentare la stamperia andando a costituire una delle produzioni di grafica d’arte più importanti del ‘900.
Gli anni 70 furono caratterizzati da una fervida e intensa produzione, i torchi de Il Bisonte lavorarono a pieno ritmo fino a che, nei primi anni 80, il mercato fu inquinato dall’apparire di stampe che scardinavano i comunemente accettati principi etici che regolavano la produzione della grafica d’arte. Ci fu abuso di tecniche come la fotolitografia e di, addirittura, numerazioni di tirature non corrette o gonfiate. Si trovarono davanti all’avvelenamento del mercato della litografia d’arte. Davanti al diffondersi i certe abitudini MLG decise di prendere misure drastiche, la stamperia fu chiusa per dare vita alla Scuola Il Bisonte e alla Galleria Il Bisonte, una per tramandare, proteggere e diffondere quelle che erano le conoscenze tecniche e l’esperienze di più di venti anni di appassionata attività l’altra per dare adeguata vetrina al grande archivio delle opere fin li editate, più di 1000 tirature.
Fino ad arrivare ad oggi: la scuola e la galleria riunite in una unica fondazione dando più forza alla promozione e diffusione della grafica d’arte.
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