Il Bisonte è nato nel 1959 come stamperia d’arte. La sua prima vera sede, dopo un breve soggiorno nel viale Milton, fu in un locale di via Ricasoli, vicino a Piazza del Duomo a Firenze. Maria Luigia Guaita , la fondatrice, era appena rientrata da un soggiorno in Scozia, dove aveva incontrato la pittrice Anna Redpath e scoperto la litografia. Si unì a lei un gruppo di intellettuali fra i quali Giorgio Luti, storico della letteratura italiana, Carlo Ludovico Ragghianti, storico dell’arte, Enrico Vallecchi, editore. L’architetto Aristo Ciruzzi disegnò il logo della stamperia, un bisonte in posizione d’attacco, circondato da due semicerchi, uno rosso, l’altro nero. La Guaita aveva scelto idi chiamare la sua stamperia “Il Bisonte” per due ragioni: era stata la prima immagine disegnata dall’uomo per rappresentare il mondo a lui circostante, come dimostrano i pittogrammi pittorici delle grotte di Altamira, in Spagna mentre, presso le popolazioni degli indiani d’America, questo animale era il simbolo della forza femminile.
Rodolfo Margheri, docente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, pittore e incisore di riconosciute qualità, iniziò una collaborazione con la Guaita che si concluse solo con la morte di lui, avvenuta nel 1967. Presso L’Istituto Geografico Militare Margheri trovò antichi torchi litografici e due torcolieri abilissimi disposti a collaborare con Maria Luigia. I primi artisti invitati al Bisonte furono gli “informali” Carmassi, Moreni, Scanavino, Giò Pomodoro. Il successo non fu immediato: solo più tardi, quando Enrico Vallecchi portò al Bisonte gli artisti classici della cosiddetta “generazione del ’10” – Ardengo Soffici, Gino Severini, Carlo Carrà, Alberto Magnelli, che erano passati attraverso il Futurismo, ci fu la grande risposta del pubblico.
Numerosi furono gli artisti, italiani e stranieri, che risposero all’invito della stamperia. Picasso, nel 1960, stampò al Bisonte l’unica litografia fatta in Italia. Nel 1964, curata da Carlo Ludovico Ragghianti e con la collaborazione di 50 artisti italiani, nacque una cartella a favore dell’Associazione Nazionale Spastici. Fra gli artisti che si distinsero per la loro assiduità vanno ricordati Maccari, Luigi Bartolini, Mattioli, Faraoni, Annigoni. Fra gli stranieri Lipchitz, Chadwich, Calder, Sutherland, Wunderlich. Il 4 novembre del 1966, giorno dell’alluvione di Firenze, segnò un momento di svolta anche per il Bisonte, che si era trasferito da poco nell’antico quartiere di San Niccolò, dove tuttora ha la sua sede. I locali furono invasi dalle acque dell’Arno, la Guaita si salvò uscendo da una finestra del mezzanino, molte opere furono danneggiate o addirittura perdute. Numerosi artisti accorsero per dare il loro aiuto nell’opera di ricostruzione. Fra questi Henry Moore, che realizzò incisioni imperniate sulla figura umana rimaste famose per la loro forza. La Guaita, nel 1972, riuscì ad organizzargli una mostra di sculture al Forte Belvedere – la prima allestita in quella sede – in concomitanza con una esposizione al Bisonte dell’opera grafica.
Gli anni Settanta furono caratterizzati da una fervida e intensa produzione, i torchi de Il Bisonte lavorarono a pieno ritmo fino a che, nei primi anni Ottanta, il mercato fu inquinato dall’apparire di stampe che scardinavano i più comuni principi etici che regolavano la produzione della grafica d’arte. Ci fu abuso di tecniche come la fotolitografia e di numerazioni di tirature non corrette o gonfiate provocando un avvelenando del mercato della litografia d’arte. Davanti al diffondersi i certe abitudini Maria Luigia Guaita non volle adeguarsi e decise di prendere misure drastiche: la stamperia fu chiusa per dare vita alla Scuola di Grafica d’Arte Il Bisonte e alla Galleria Il Bisonte, una per tramandare, proteggere e diffondere le conoscenze tecniche e le esperienze di più di venti anni di appassionata attività, l’altra per dare adeguata vetrina al grande archivio delle opere d’arte fin lì editate, oltre 1000 tirature.
Nel 1983 Il Bisonte diventò Centro Culturale senza scopo di lucro e poco dopo, nelle ex- scuderie di Palazzo Serristori, fu aperta la Scuola Internazionale di Grafica d’arte (diretta dal professor Rodolfo Ceccotti), che accoglie ogni anno studenti provenienti anche da molti paesi stranieri.
Nel 2005 la galleria e la scuola si sono unite in un’unica realtà: la fondazione Il Bisonte – per lo studio dell’arte grafica il fine della quale è promuovere le tecniche tradizionali della calcografia e sviluppare tecniche più sperimentali. Due anni dopo Maria Luigia Guaita muore. Nel 2019 Il Bisonte ha compiuto 60 anni. La sua intensa attività si divide tra la Fondazione, la Galleria e la Scuola Internazionale di Specializzazione in Arti Grafiche.
La nostra scelta per i “prossimi cinquant’anni” è quella di continuare nella promozione e diffusione della grafica d’arte e di riattivare l’insegnamento e la stampa della litografia tradizionale su pietra. Il Bisonte ha una tradizione da incoraggiare e mantenere viva insegnando sia le tecniche tradizionali della calcografia sia quelle più nuove e sperimentali.